CINÉMA SALA PEGASUS PER SPOLETO60



in collaborazione con
Cineteca di Bologna
Lab 80 film
Perugia Social Film Festival
Premio Solinas



LA DIVA FRAGILE
Gene Tierney nei capolavori di quattro grandi registi
Rassegna in collaborazione con Lab 80 film

IL CIELO PUO’ ATTENDERE
un film di Ernst Lubitsch
(Usa 1943, 112’)
Appena defunto, Van Cleve arriva nell’anticamera dell’inferno dove racconta al diavolo la propria vita: è sempre stato viziato dai genitori, è stato iniziato presto ai piaceri della carne da una giovane cameriera, gli sono piaciute tantissimo le donne ma è rimasto sempre fedele alla bellissima moglie. Capolavoro di eleganza e di squisita trasgressione.
Una commedia che, riassumendo in flashback i sessanta anni di vita di un uomo, costituisce la ricapitolazione di moltissimi motivi e figure "esemplari" che hanno ossessionato Lubitsch fin dagli inizi della sua carriera.

VERTIGINE
un film di Otto Preminger
(Usa 1944, 88’)
L’ispettore di polizia Mark McPherson deve investigare sull’omicidio di Laura Hunt, bellissima direttrice pubblicitaria trovata con il volto sfigurato nel proprio appartamento. Attraverso la testimonianza dei suoi amici e leggendo le sue lettere e il suo diario, McPherson inizia a conoscere Laura e lentamente se ne innamora.
Capolavoro assoluto del film noir, sotto la sua suprema eleganza fa scorrere il fuoco della passione più inconfessabile, che solo i fantasmi possono suscitare. Gene Tierney è splendida, come sempre.

FEMMINA FOLLE
di John M. Stahl
(Usa 1945, 110’)
Elena e Harlan, un amore a prima vista e rapide nozze. Ma, poi, la mente di lei è sconvolta da una gelosia devastante che la porta a sopprimere tutti coloro che patologicamente individua come "rivali" nel rapporto con il marito. Strepitoso melodramma a forti tinte, che il tempo non ha appannato né indebolito. Perverso, affascinante, eccessivo in tutto, persino nelle scenografie. Una Gene Tierney bella da mozzare il fiato e una splendida fotografia di Leon Shamroy, premiata con l’Oscar.

IL FANTASMA E LA SIGNORA MUIR
un film di Joseph L. Mankiewicz
(Usa 1947, 104’)
Lucy Muir, una giovane vedova, si trasferisce in una casa in riva al mare abitata dal fantasma di un capitano di marina. La donna viene presa dallo sgomento e pensa di fuggire, ma lo spettro è un gentiluomo e i due diventano in breve ottimi amici. Senza il capitano, Lucy ora non sa più fare nulla e lui la guida amorevolmente nelle sue scelte più difficili. Grandissimo, struggente melodramma dai toni surreali e con tocchi di commedia tipicamente anglosassoni. Il copione è inoltre egregiamente servito sia dalla regia che dagli interpreti, tutti di alta classe.


OMAGGI
Rassegna in collaborazione con Lab 80 film e Cineteca di Bologna

Omaggio a Woody Allen
MANHATTAN
un film di Woody Allen
Nuova versione restaurata
(USA 1979, 96’)
Sinfonia postmoderna d’una grande città, ricamo amoroso di citazioni affidate ad un bianco e nero di bellezza vertiginosa, mentre New York s’allunga nel panoramico: per paradosso, solo uno schermo grandissimo rende piena giustizia a questa storia di fragili amori consumati tra ristoranti alla moda, diner confidenziali, appartamenti in penombra, sale di museo o di planetarium, ma pronta ad aprirsi sulle meraviglie dello skyline, di Central Park durante un temporale estivo, di una Quinta Avenue filmata a passo di corsa e in un crescendo della Rapsodia in blu che sfuma infine sulle note malinconiche di But not for Me. Sono trenta-quarantenni, sono intellettuali, si innamorano e si disamorano, vivono trasportati dalla musica di Gershwin e trafitti dall’ironia amarognola delle battute di Woody Allen-Ike Davis, coscienza tragicomica d’un mondo: "Tutta questa gente di Manhattan che parla, si agita e si crea problemi inesistenti per non pensare ai veri problemi universali". Film chiave nella filmografia di Allen, film di approfondimento e maturazione, trattato con dispetto da chi avrebbe voluto vedere in Allen un lunatico fool a vita, Manhattan è film dal fascino visivo struggente, e ha restituito come pochi la nevrotica dolcezza del vivere in un certo luogo del mondo occidentale, in una certa stagione (la fine dei Settanta) che ci appare ormai lontana.

Omaggio a Jean Luc Godard
IL DISPREZZO
un film di Jean Luc Godard
Nuova versione restaurata – Director’s cut
(Francia, Italia1963, 105’)
Per la prima volta in sala il director’s cut di un classico della nouvelle vague, all’epoca stravolto dalla produzione (per l’edizione italiana Carlo Ponti lo fece scorciare di una ventina di minuti). Il romanzo di Moravia diviene il pretesto per uno dei film più lineari e narrativi di Godard, dove il paesaggio mediterraneo e marino offre un sontuoso contrasto alla volgarità del milieu cinematografico e all’amarezza della fine di una coppia. Tra Cinecittà e una Capri dai colori irresistibilmente pop, Michel Piccoli lavora sul set di un improbabile adattamento dell’Odissea (l’aristocratico regista è Fritz Lang che interpreta se stesso), mentre la moglie Brigitte Bardot è corteggiata dal produttore.

Omaggio a Andrej Tarkovskij
IL RULLO COMPRESSORE E IL VIOLINO
un film di Andrej Tarkovskij
(Urss 1960, 55’)
Sasha, un violinista di sette anni, viene difeso da Sergej, operaio addetto al rullo compressore, durante una lite con un gruppo di bambini. Grazie all’amicizia con l’uomo, Sasha imparerà ad affrontare le difficoltà. Film realizzato da Tarkovskj a ventotto anni come lavoro di diploma del corso di regia.

Omaggio a Andrej Tarkovskij
LO SPECCHIO
un film di Andrej Tarkovskij
(Urss 1974, 105’)
Costretto a letto per una malattia, Aleksei pensa alla propria vita, intrecciando il passato con il presente, la realtà con l’immaginazione. Ricorda il padre che abbandonò la madre e questo lo riporta immediatamente alla sua condizione. L’uomo infatti sta vivendo una situazione simile a quella vissuta dai suoi genitori: vive separato dalla moglie Natalija ed ha un figlio, Ignat, che si rifiuta di vederlo. La stessa attrice impersona la madre e la moglie, e lo stesso bambino è Aleksei da piccolo e suo figlio Ingat. Disse Tarkovskij: "La ripetizione è una legge, perchè l’esperienza non si trasmette e ciascuno deve viverla".


IL NUOVO CINEMA EUROPEO
Rassegna in collaborazione con Lab 80 film

IL RAGNO ROSSO
un film di Marcin Koszalka
(Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca 2015, 95’)
La prima fiction del grande documentarista polacco.
Cracovia, anni ’60. Il giovane Karol è un tuffatore esperto e un vanto per la sua famiglia. Una sera, al luna park, scopre casualmente il corpo di un ragazzo, vittima del serial killer noto come "Il Ragno Rosso". Karol nota un individuo misterioso vicino al cadavere, ma decide di non comunicarlo alle autorità. Rintraccia l’uomo, un inquietante quanto apparentemente innocuo veterinario. I due si incontrano, si studiano, la tensione cresce...
Koszalka, noto come direttore della fotografia e documentarista, ne Il Ragno Rosso, suo film d’esordio nella regia di finzione, dimostra una volta di più un notevole talento autoriale, ricreando con precisione l’atmosfera plumbea della Polonia comunista e delineando in modo sottile la psicologia dei suoi personaggi.

LA TEORIA SVEDESE DELL’AMORE
di Erik Gandini
(Svezia 2015, 76’)
Da un autore di culto un film che è già un classico.
Erik Gandini, regista nato in Italia da padre italiano e madre svedese, racconta (in italiano) una storia che inizia in Svezia e finisce a Zygmunt Bauman, passando per l’Etiopia.
Erik Gandini, regista italo svedese, parte dalla Svezia in un viaggio cinematografico che lo porta fino all’Etiopia. Il film nasce da una riflessione sul manifesto proposto dal parlamento svedese nel 1972, "La famiglia del futuro". Il concetto è che ogni relazione umana autentica si basa sull’indipendenza: una donna dal marito, gli adolescenti dai genitori, gli anziani dai figli. L’indipendenza però limita i contatti e le interazioni: così metà della popolazione vive sola, sempre più donne diventano madri single con l’inseminazione artificiale. Perché una vita sicura e protetta può rivelarsi tanto insoddisfacente? Una possibile risposta è affidata al noto sociologo polacco Zygmunt Bauman, che dimostra perché una vita priva di problemi non è necessariamente una vita felice.

LA CANZONE PERDUTA
un film di Erol Mintaş
(Turchia, Francia, Germania 2014, 103’)
Ali, giovane maestro, vive con l’anziana madre Nigar nell’estrema periferia di Istanbul, "casa" di numerosi rifugiati curdi costretti a lasciare i propri villaggi negli anni ‘90. Nigar è convinta che tutti gli altri siano tornati al paese d’origine: tormentata, prepara ripetutamente i bagagli per farvi ritorno e poi vaga per la città, smarrita. La donna insiste a voler ritrovare una vecchia canzone tradizionale che però nessuno sembra conoscere. Ali si occupa di lei, prendendosene cura e facendo di tutto per recuperare la canzone sconosciuta, mentre cerca di trovare il tempo per lavorare e scrivere i suoi libri e non riesce a ricambiare appieno la dedizione che dimostra per
lui la sua fidanzata. Quando quest’ultima resta incinta, il richiamo della terra d’origine e il desiderio di inserirsi nella realtà turca sembrano inconciliabili.

PASSERI
un film di Rúnar Rúnarsson
(Islanda, Danimarca, Croazia 2015, 99’)
Diventare adulti in Islanda. Una location meravigliosa per un film premiatissimo.
Quando la madre decide di partire per una missione in Uganda con il suo nuovo compagno, il sedicenne Ari è costretto a trasferirsi da Reykjavik nel desolato e sperduto paese dove aveva vissuto da ragazzino. Qui ritrova una nonna affettuosa e presente, un padre goffo, disoccupato e spesso impegnato a bere e una comunità in cui violenza e abbruttimento spesso sono legati all’alcool. Gli amici di un tempo, ora diventati ragazzi, non lo riconoscono più e Ari fatica ad inserirsi nel gruppo. Nell’estate islandese illuminata di giorno e di notte, il ragazzo dovrà crescere e fare una scelta: cogliere i piccoli segnali di bellezza che gli si mostrano, grazie anche alla presenza dolce della giovane Làra, o lasciarsi inghiottire dalla realtà che lo circonda.

MÓZES, IL PESCE E LA COLOMBA
un film di Virág Zomborácz
(Ungheria 2014, 95’)
Mózes è un giovane insicuro che ha da poco terminato gli studi in teologia. Dopo un breve periodo passato in una struttura psichiatrica, torna a vivere con la famiglia in un villaggio nella pianura ungherese. La relazione con il padre è decisamente complicata. Questi, infatti, è un autoritario pastore protestante che tiene in soggezione l’intera famiglia: una madre sottomessa, una figlia adottiva timida e schiva, una zia troppo invadente. Un giorno, il padre muore improvvisamente e l’amletico fantasma paterno inizia ad apparire e a pedinare Mózes, che è l’unico in grado di vederlo. Mózes tenta inutilmente di liberarsi della scomoda presenza, facendosi aiutare da un meccanico appassionato di spiritismo; a nulla, però, valgono le strane pratiche suggerite dall’amico. Il giovane capisce che deve portare a termine le opere lasciate in sospeso dal Pastore prima della sua dipartita. Mózes si mette al lavoro, sostenuto dalla perplessa Angela, una giovane ex tossicodipendente che lavora per la Parrocchia in un progetto di recupero sociale.
Il percorso di liberazione è per Mózes l’opportunità per risolvere - in modo alquanto bizzarro - i suoi problemi di relazione con il defunto e ritrovare, finalmente, la fiducia in sé stesso.

ENCLAVE
un film di Goran Radovanović
(Serbia, Germania 2015, 92’)
Nenad è un bambino serbo che vive in un villaggio albanese del Kosovo post-bellico: abita in una frazione isolata con il padre e il nonno gravemente malato, a cui il bambino è molto affezionato. Ogni mattina va a scuola su un blindato delle Nazioni Unite, che lo protegge dalle aggressioni, e nella sua aula è solo con la maestra. Gli altri bambini del villaggio sono albanesi e uno di loro, Bashkim, è carico d’odio nei confronti di tutti i serbi. Un giorno, mentre la comunità albanese celebra un matrimonio, il nonno muore e Nenad attraversa le linee nemiche pur di
riuscire ad avvisare il prete. Mentre sulle strade del villaggio matrimonio e funerale si incrociano come due universi paralleli incapaci di dialogo, Nenad si trova improvvisamente faccia a faccia con Bashkim: nelle mani dei due bambini la possibilità di riprodurre odio e divisione oppure di dare un piccolo, nuovo corso alla storia.

IL BAMBINO DI VETRO
un film di Federico Cruciani
(Italia 2015, 85’)
Il rapporto fra un padre e un figlio di dieci anni è messo in crisi dalle verità che l’uomo nasconde alla sua famiglia. Un legame incondizionato in una realtà dove le relazioni si spezzano.
Palermo oggi. Giovanni, un bambino di dieci anni, giunge amaramente a scoprire che nella parola "famiglia" può annidarsi il male. In una lenta e graduale presa di coscienza, il bambino metterà irrimediabilmente in crisi il legame incondizionato con suo padre Vincenzo, aprendo gli occhi su una realtà in cui le "famiglie criminali" possono essere più di una e in cui la sua stessa "famiglia naturale" nasconde un segreto capace di colpire al cuore.

PERUGIA SOCIAL FILM FESTIVAL / PREMIO SOLINAS

Perugia Social Film Festival
VIVIAN, VIVIAN
un film di Ingrid Kamerling (Olanda 2016, 54’)

Perugia Social Film Festival
A FAMILY AFFAIR
un film di Tom Fassaert
(Paesi Bassi, Danimarca 2015, 110’)

Premio Solinas
LIBERAMI
un film di Federica Di Giacomo (Italia 2016, 90’)

Premio Solinas
CASTRO
un film di Paolo Civati (Italia 2016, 82’)


PROGRAMMA

Domenica 2 luglio
Ore 17.30
MANHATTAN
un film di Woody Allen (USA 1979, 96’)
Ore 20.00
IL RAGNO ROSSO
un film di Marcin Koszalka (Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca 2015, 95’)
Ore 22.30
LA TEORIA SVEDESE DELL’AMORE
di Erik Gandini (Svezia 2015, 76’)

Lunedì 3 luglio
Ore 17.30
IL CIELO PUO’ ATTENDERE
un film di Ernst Lubitsch (Usa 1943, 112’)
Ore 20.00
IL DISPREZZO
un film di Jean Luc Godard (Francia, Italia1963, 105’)
Ore 22.30
VERTIGINE
un film di Otto Preminger (Usa 1944, 88’)

Martedì 4 luglio
Ore 17.30
LA CANZONE PERDUTA
un film di Erol Mintaş (Turchia, Francia, Germania 2014, 103’)
Ore 20.00
PASSERI
un film di Rúnar Rúnarsson (Islanda, Danimarca, Croazia 2015, 99’)
Ore 22.30
MÓZES, IL PESCE E LA COLOMBA
un film di Virág Zomborácz (Ungheria 2014, 95’)

Mercoledì 5 luglio
Ore 17.30
LA TEORIA SVEDESE DELL’AMORE
di Erik Gandini (Svezia 2015, 76’)
Ore 20.00
ENCLAVE
un film di Goran Radovanović (Serbia, Germania 2015, 92’)
Ore 22.30
FEMMINA FOLLE
di John M. Stahl (Usa 1945, 110’)

Giovedì 6 luglio
Ore 18.30
IL RULLO COMPRESSORE E IL VIOLINO
un film di Andrej Tarkovskij (Urss 1960, 55’)
Ore 20.00
A FAMILY AFFAIR
un film di Tom Fassaert (Paesi Bassi, Danimarca 2015, 110’)
Ore 22.30
CASTRO
un film di Paolo Civati (Italia 2016, 82´)

Venerdì 7 luglio
ore 20.00
IL FANTASMA E LA SIGNORA MUIR
un film di Joseph L. Mankiewicz (Usa, 1947, 104´)
Ore 22.30
LO SPECCHIO
un film di Andrej Tarkovskij (Urss 1974, 105’)

Domenica 9 luglio
Ore 17.30
IL DISPREZZO
un film di Jean Luc Godard (Francia, Italia1963, 105’)
Ore 20.00
IL FANTASMA E LA SIGNORA MUIR
un film di Joseph L. Mankiewicz (Usa 1947, 104’)
Ore 22.30
IL CIELO PUO’ ATTENDERE
un film di Ernst Lubitsch (Usa 1943, 112’)

Lunedì 10 luglio
Ore 17.30
FEMMINA FOLLE
di John M. Stahl (Usa 1945, 110’)
Ore 20.00
MANHATTAN
un film di Woody Allen (USA 1979, 96’)
Ore 22.30
IL RAGNO ROSSO
un film di Marcin Koszalka (Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca 2015, 95’)

Martedì 11 luglio
Ore 17.30
IL BAMBINO DI VETRO
un film di Federico Cruciani (Italia 2015, 85’)
Ore 20.00
LA TEORIA SVEDESE DELL’AMORE
di Erik Gandini (Svezia 2015, 76’)
Ore 22.30
PASSERI
un film di Rúnar Rúnarsson (Islanda, Danimarca, Croazia 2015, 99’)

Mercoledì 12 luglio
Ore 17.30
VERTIGINE
un film di Otto Preminger (Usa 1944, 88’)
Ore 20.00
LA CANZONE PERDUTA
un film di Erol Mintaş (Turchia, Francia, Germania 2014, 103’)
Ore 22.30
ENCLAVE
un film di Goran Radovanović (Serbia, Germania 2015, 92’)

Giovedì 13 luglio
Ore 17.30
CASTRO
un film di Paolo Civati (Italia 2016, 82’)
ore 20.00
VIVIAN, VIVIAN
un film di Ingrid Kamerling (Olanda 2016, 54´)
Ore 22.30
MANHATTAN
un film di Woody Allen (USA 1979, 96’)

Venerdì 14 luglio
Ore 22.30
IL BAMBINO DI VETRO
un film di Federico Cruciani (Italia 2015, 85’)



Sala Pegasus
02 LUGLIO 17:30
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02 LUGLIO 20:00
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02 LUGLIO 22:30
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03 LUGLIO 17:30
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03 LUGLIO 20:00
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03 LUGLIO 22:30
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04 LUGLIO 17:30
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04 LUGLIO 20:00
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04 LUGLIO 22:30
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05 LUGLIO 17:30
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05 LUGLIO 20:00
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05 LUGLIO 22:30
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06 LUGLIO 18:30
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06 LUGLIO 20:00
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06 LUGLIO 22:30
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07 LUGLIO 20:00
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07 LUGLIO 22:30
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09 LUGLIO 17:30
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09 LUGLIO 20:00
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09 LUGLIO 22:30
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10 LUGLIO 17:30
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10 LUGLIO 20:00
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10 LUGLIO 22:30
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11 LUGLIO 17:30
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11 LUGLIO 20:00
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11 LUGLIO 22:30
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12 LUGLIO 17:30
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12 LUGLIO 20:00
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12 LUGLIO 22:30
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13 LUGLIO 17:30
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13 LUGLIO 20:00
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13 LUGLIO 22:30
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14 LUGLIO 22:30
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BIGLIETTI
ingresso €5,00

PERUGIA SOCIAL FILM FESTIVAL / PREMIO SOLINAS
ingresso gratuito

acquisto biglietti presso il botteghino del cinema
 
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