TRE RISVEGLI



di Patrizia Cavalli

regia Mario Martone
musica Silvia Colasanti

con
Alba Rohrwacher Innamorata
Patrizia Cavalli Coro dei sintomi
Roberto De Francesco Messaggero

scene e costumi Orsina Sforza
luci Pasquale Mari
aiuto regia Ippolita di Majo

Quartetto Guadagnini
Fabrizio Zoffoli violino
Giacomo Coletti violino
Matteo Rocchi viola 
Alessandra Cefaliello violoncello

Leonardo Ramadori percussioni

la maschera del Coro è da un pastello di Isabella Ducrot

produzione Spoleto 59 Festival dei 2Mondi



La protagonista, detta qui l’Innamorata, per tre volte di seguito si presenta in scena come appena uscita dal sonno. Tre risvegli durante i quali la donna subisce, sotto l’influsso di particolari condizioni climatiche, una serie di alterazioni psicofisiche talmente strane e violente e così simili a quelle che accompagnano il desiderio amoroso da costringerla a un delirante rovello sui misteri del nostro corpo. Nel suo ossessivo congetturare trova una figura, quella dell’amante assente, che dà forma e significato a quei sintomi che sarebbero altrimenti vuoti e insensati. L’arrivo liberatorio della pioggia al terzo giorno scioglie ogni domanda e ogni dolente desiderio trasformandoli in una pura gioia che non ha più bisogno di alcun oggetto d’amore.
Al seguito dell’Innamorata si muovono gli emissari del Dio Ormonale, ovvero il Coro dei sintomi, che elenca e commenta le vicende tragicomiche che hanno luogo nel corpo della donna, mentre i mutevoli eventi atmosferici che accompagnano le invettive, le invocazioni e i lamenti dell’Innamorata, vengono annunciati e descritti dal Messaggero in un alternarsi di tregue e catastrofi come nei bollettini di guerra.
Parole e musica si dividono la scena, quasi fossero personaggi in proprio. Le notti che precedono i risvegli, laddove le parole non possono più nulla, sono affidate alla sola musica di un quartetto d’archi: tre nuclei di narrazione umorale che generano i temperamenti del giorno, dove una tessitura di sole percussioni fa da alter ego alla querula ossessività del Coro.



PATRIZIA CAVALLI | È nata a Todi e vive a Roma da quando vi si trasferì per studiare filosofia. Nei primi anni ’70 conobbe Elsa Morante alla quale deve, tra le tante cose, il titolo e la pubblicazione del suo primo libro, Le mie poesie non cambieranno il mondo (Einaudi, 1974 ), cui hanno fatto seguito altre cinque raccolte, sempre presso Einaudi, di cui l’ultima, Datura ( 2013), contiene Tre risvegli. Ha inoltre scritto radiodrammi per la RAI e un saggio su Frida Kahlo che le è valso il premio De Sanctis. Nel 2012 ha pubblicato il libro catalogo Flighty matters (Quodlibet) con cinque poesie e un racconto sulla moda e, in collaborazione con Diana Tejera, Al cuore fa bene far le scale, un libro con cd di poesie e canzoni. Nel 2013 la Galleria Miscetti di Roma ha ospitato una sua mostra di manoscritti, stagnole e liste, dal titolo I miei splendidi giorni tutti uguali. Nello stesso anno presso Farrar Straus and Giroux è uscito in edizione bilingue My Poems Won’t Change the World- Selected Poems (1974 - 2006), con traduzioni di illustri poeti americani. Tradotta anche in francese, spagnolo, tedesco e varie altre lingue, ha ricevuto numerosi premi tra cui Viareggio, Pasolini e Cardarelli. Nel 2003 il governo francese le ha conferito il titolo di Chevalier des Arts et des Lettres e nel giugno di quest’anno riceverà da parte dell’American Academy of Rome la McKim Medal. Sta attualmente lavorando alla raccolta in volume delle sue traduzioni di Shakespeare per il teatro (La tempesta, Sogno di una notte d’estate, Otello e La dodicesima notte) che uscirà questa estate presso le edizioni nottetempo.

MARIO MARTONE | Ha cominciato a lavorare giovanissimo a Napoli nel 1977, nel clima delle avanguardie di quel periodo, fondando il gruppo Falso Movimento poi a Teatri Uniti, una compagnia tesa all’incontro tra gli artisti napoletani della nuova generazione, con cui ha realizzato anche i suoi film da indipendente. Il suo primo lungometraggio, Morte di un matematico napoletano, ha vinto il Gran Premio della Giuria a Venezia nel ’92. L’amore molesto (’95), Teatro di guerra (’98) e L’odore del sangue (‘03) sono stati tutti presentati a Cannes. Ha poi realizzato due film ambientati nell’Ottocento, Noi credevamo nel 2010, David di Donatello come miglior film, e Il giovane favoloso nel 2014. Tra le sue regie in teatro: Filottete di Sofocle (’87), Riccardo II di Shakespeare (’93), Terremoto con madre e figlia di Fabrizia Ramondino (’94), I sette contro Tebe di Eschilo (’96), Edipo Re (2000) e Edipo a Colono (’04) di Sofocle, I dieci comandamenti di Raffaele Viviani (2000), L’opera segreta di Enzo Moscato (’05), Falstaff, un laboratorio napoletano da Shakespeare (’07). Nel repertorio lirico ha messo in scena l’intera trilogia Mozart-Da Ponte - da Così fan tutte del 2000 con Claudio Abbado, al Don Giovanni nel 2002, a Nozze di Figaro nel 2006 - Lulu di Berg (’01), Matilde di Shabran, Torvaldo e Dorliska, Aureliano in Palmira di Rossini (al ROF di Pesaro 2004-’06-’14), Un ballo in maschera di Verdi con Antonio Pappano a Londra (’05), Antigone di Ivan Fedele al Maggio Musicale di Firenze (’07), Falstaff e Macbeth di Verdi a Parigi (’08-’15), Otello di Verdi a Tokyo (’09), Cavalleria rusticana/Pagliacci di Mascagni/Leoncavallo (’11), Luisa Miller e Oberto di Verdi (’12-’14), La cena delle beffe di Giordano (’16) alla Scala di Milano, Fidelio di Beethoven (’12) al Regio di Torino, I Bassaridi di Hans Werner Henza all’Opera di Roma (’15). Dal dicembre 2007 Martone è direttore artistico del Teatro Stabile di Torino/ Teatro Nazionale.

SILVIA COLASANTI | Si forma al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, e si perfeziona con Fabio Vacchi, Wolfgang Rihm, Pascal Dusapin e Azio Corghi. Le sue composizioni sono eseguite in istituzioni musicali internazionali tra cui l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, La Philharmonie e il Théâtre des Champs-Élysées di Parigi, l’Orchestre National de Belgique, il Konzerthaus Berlin, il Festival Pablo Casals, l’Unione Musicale, la Biennale Musica, MITO SettembreMusica, il Kuhmon Kamarimusiikki, Milano Musica, laVerdi e La Società del Quartetto di Milano, il Maggio Musicale Fiorentino, l’Accademia Musicale Chigiana e dall’Orchestra Sinfonica della RAI. La collaborazione con solisti di calibro internazionale, quali Yuri Bashmet, Salvatore Accardo (che ha definito la sua musica "attraente, sensuale, efficace"), David Geringas, Massimo Quarta, Enrico Bronzi, Jacques Zoon, è di fondamentale importanza per la costruzione della sua poetica. Ha scritto per il teatro il melologo Orfeo. Flebile queritur lyra interpretato da Maddalena Crippa, L’angelo del Liponard. Un delirio amoroso interpretato da Sandro Lombardi, Faust. Tragedia soggettiva in musica su testo di F. Pessoa, commissionato e rappresentato all’Accademia Chigiana da Ferdinando Bruni, La Metamorfosi, su libretto tratto da Kafka e regia di Pier Luigi Pier’Alli, commissionata e rappresentata nel 2012 e 2014 al Maggio Musicale Fiorentino, Dal paese dei rami, per Mariangela Gualtieri e la Compagnia di Teatro Valdoca. Vincitrice dello European Composer Award (Berlino), è membro del Comitato d’Onore Internazionale Viva Toscanini e della Società del Kalevala. Nel 2013 il Presidente della Repubblica Napolitano la nomina Cavaliere della Repubblica. Il suo primo cd monografico s’intitola In-Canto (Dynamic, 2011). Le sue opere sono pubblicate da Casa Ricordi.

ALBA ROHRWACHER | Nata a Firenze, si forma all’Accademia dei Piccoli e prosegue gli studi al Centro Sperimentale di Cinematografia. Debutta al cinema nel 2004 diretta da Carlo Mazzacurati con L’amore ritrovato. Seguono Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti, Due partite di Enzo Monteleone, L’uomo che verrà di Giorgio Diritti, Il papà di Giovanna di Pupi Avati, Giorni e Nuvole e Cosa voglio di più di Silvio Soldini, Riprendimi di Anna Negri e Sorelle mai di Marco Bellocchio. Rappresenta l’Italia in occasione della Berlinale 2008 e viene premiata come shooting star europea. Vince il Ciak d’oro come attrice esordiente, il Premio Flaiano e il David di Donatello prima come miglior attrice non protagonista in Giorni e Nuvole e poi come miglior attrice protagonista ne Il papà di Giovanna. Per il teatro recita ne La casa degli spiriti, Il mondo salvato dai ragazzini, Lisa e Noccioline diretta da Valerio Binasco. Nel 2010 escono Io sono l’amore di Luca Guadagnino, nelle sale internazionali, e La solitudine dei numeri primi diretto da Saverio Costanzo, film per il quale vince il premio Francesco Pasinetti a Venezia, il Ciak d’oro e il Nastro d’argento come miglior attrice protagonista. Nello 2011 recita nelle commedie Missione di pace di Francesco Lagi e Il comandante e la cicogna di Silvio Soldini. Nel 2012 è nelle sale tedesche con Gluck di Doris Dorrie e viene scelta da Marco Bellocchio come protagonista del film Bella addormentata. Nel 2013 ottiene il Premio Francesco Pasinetti a Venezia 70 per Via Castellana Bandiera di Emma Dante e per il corto Con il fiato sospeso di Costanza Quatriglio. Partecipa al film Le meraviglie, della sorella Alice Rohrwacher, vincitrice del Grand Prix a Cannes 2014, e gira a New York un lungometraggio di respiro internazionale al fianco di Adam Driver, per la regia di Saverio Costanzo, Hungry Hearts, che le vale la Coppa Volpi come migliore interprete femminile a Venezia 71. È la protagonista assoluta del film di Laura Bispuri Vergine Giurata. Nel 2014 recita nel film L’ultimo vampiro di Marco Bellocchio e collabora con Matteo Garrone ne Il racconto dei racconti. Nel 2015 è protagonista nel film commedia diretto da Paolo Genovese Perfetti sconosciuti. Per il mercato francese recita nei film Taj Mahal, regia di Nicolas Saada, L’ami (François d’Assise et ses frères) diretto da Renaud Fely e Scribe diretto da Thomas Kruithof.

ROBERTO DE FRANCESCO

ORSINA SFORZA | Artista, è nata a Milano, ha studiato e lavorato a Londra, San Francisco e New York. Attualmente vive e lavora a Roma. Ha tenuto varie mostre personali  a New York, Londra, Milano e Roma. Hanno scritto della sua pittura, fra gli altri, Sue Hubbard, Ottiero Ottieri, Patrizia Cavalli e Diane Kelder. Nel corso degli ultimi vent’anni ha creato e mostrato le sue "luci", lampade sorprendenti e uniche, fatte con le sue mani in materiali semplici come carta, plastica o stoffa e legno, ferro o plexiglass. Orsina Sforza ha esposto le sue luci in diverse mostre personali a Londra, Milano e Roma e ha creato numerose luci di grandi dimensioni su commissione.
Le sue creazioni sono state vendute in tutto il mondo e a svariate aste. Ha disegnato lampade per Zanotta, vetri per Barovier Toso e scene per La Morte di Anton Weber al Teatro Comunale di Firenze. La sua lampada "Marie Antoinette Dora Storta" è attualmente in mostra alla Triennale di Milano all’interno della mostra Design after Design, "W. Women in Italian Design".

PASQUALE MARI | Light Designer e Direttore della Fotografia, socio fondatore del gruppo di lavoro teatrale e cinematografico Teatri Uniti. Collaboratore fisso di Mario Martone, nel tempo lo è diventato, tra gli altri, di Andrea De Rosa, Toni Servillo, Carlo Cecchi, Valerio Binasco, Arturo Cirillo, Alessandro Gassmann, Luca Zingaretti, Luigi Lo Cascio, Daniele Luchetti, Francesco Saponaro. Negli ultimi anni ha lavorato a numerose produzioni d’opera nei maggiori festival europei quali Aix-en-Provence, Pesaro, Salisburgo, collaborando nel corso degli anni con direttori d’orchestra come Claudio Abbado, Riccardo Muti, Daniele Gatti, James Conlon, Myung-Whun Chung e, tra i registi, oltre a Martone e  De Rosa, con Gianni Amelio e Marco Bellocchio. Tra le occasioni più prestigiose in questo campo, la Matilde di Shabran al Rossini Opera Festival di Pesaro e al Covent Garden, il Falstaff ed il Macbeth di Verdi allo Champs Elysées, Cavalleria rusticana, Luisa Miller, Cena delle beffe alla Scala, il Don Pasquale al Real di Madrid, Elektra di Strauss al Petruzzelli di Bari, Simon Boccanegra alla Fenice di Venezia e al Mariinsky di S. Pietroburgo. È stato inoltre light designer del Flauto Magico dell’Orchestra di Piazza Vittorio e di numerose creazioni del Balletto Civile di Michela Lucenti. In campo cinematografico si ricordano Teatro di Guerra di Mario Martone, L’uomo in più di Paolo Sorrentino, Il bagno turco e Le fate ignoranti di Ferzan Ozpetek, Renzo e Lucia e Lezioni di Volo di Francesca Archibugi, L’ora di religione, Buongiorno, Notte e Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio nonché i recenti La città ideale di Luigi Lo Cascio e Neve di Stefano Incerti. Ha ricevuto due Globi d’Oro, un Ciak e un Esposimetro d’Oro, un premio Sacher, una nomination ai David di Donatello, due ai Nastri d’Argento, una al premio Le Maschere 2015.

QUARTETTO GUADAGNINI | Vincitore del premio Franco Abbiati (Premio Piero Farulli) nel 2014, a soli due anni dalla fondazione, il Quartetto Guadagnini si qualifica attualmente tra le più promettenti formazioni cameristiche d’Europa, dedite al grande repertorio quartettistico classico e romantico, con una particolare attenzione al repertorio del Novecento e alla musica del nostro tempo. Si è già esibito nelle più importanti sale da concerti italiane, per la Società del Quartetto di Milano, l’Accademia Filarmonica Romana, lo Stradivari Festival di Cremona, all’inaugurazione del nuovo Auditorium Arvedi del Museo del Violino, all’Unione Musicale di Torino, alla Società Umanitaria, al Bologna Festival, agli Amici della Musica di Padova, al Teatro Alighieri di Ravenna, al Teatro Ponchielli, al Teatro Massimo di Pescara, al Teatro Savoia di Campobasso, e per la Camerata musicale barese. Nel 2015 si è esibito con la pianista Beatrice Rana all’Istituto italiano di cultura di Parigi, dove tornerà nel dicembre 2016 quale ensemble in residenza e dove terrà diversi concerti dedicati in particolare al repertorio del Novecento e contemporaneo italiano e dell’est europeo. Nel 2016 debutta al Teatro La Pergola di Firenze per gli Amici della Musica e alla Sala Piatti di Bergamo. La suite strumentale che sarà tratta da Tre risvegli, sarà dedicata dalla compositrice alla formazione. Il Quartetto Guadagnini ha il privilegio di poter suonare quattro strumenti d’eccezione, di scuola piemontese, ricevuti in prestito da Gianni Accornero: Fabrizio Zoffoli suona un bellissimo violino Giovanni Francesco Pressenda, del 1838, Giacomo Coletti un Francesco Guadagnini del 1885, mentre Matteo Rocchi e Alessandra Cefaliello, rispettivamente, una viola e un violoncello di Annibale Fagnola, datati 1910. 

LEONARDO RAMADORI | Diplomato in "Strumenti a Percussione" nel 1995 con il massimo dei voti ha collaborato con varie orchestre italiane nel ruolo di percussionista tra cui l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma. Ha lavorato ,tra gli altri, sotto la direzione dei Maestri Riccardo Muti, Riccardo Chailly, Daniel Oren, Giuseppe Sinopoli, Mitislav Rostropovic, Elihau Imball. Come interprete di musica da camera ha collaborato con tante formazioni ma è con Tetraktis Percussioni, di cui è fondatore insieme ad altri percussionisti umbri, che ha svolto la maggior parte dell’attività cameristica esibendosi in Italia, Germania, Turchia, Nigeria e Stati Uniti d’America ottenendo ottimo riscontro di pubblico e di critica. Ha pubblicato libri didattici per la Margiacchi Edizioni Musicali. Ha collaborato come percussionista al cd "Safari" (2008) di Jovanotti. Insegna "Strumenti a Percussione" presso il Conservatorio Statale di Musica "U.Giordano" a Rodi Garganico (FG). Ha registrato per RAI, Mediaset, PH Musicworx,Giotto Music, Fonit Cetra, Label Bleu, Universal.


Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi
25 GIUGNO 21:30
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26 GIUGNO 16:00
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BIGLIETTI
platea € 50,00
palchi di platea € 50,00
palchi I ordine € 40,00
palchi II ordine € 30,00
loggione € 20,00

durata: 1 ora e 15 minuti
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