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EDIZIONE 2015MUSICAMERCI
Juliette Gréco

MERCI



pianoforte Gérard Jouannest 
fisarmonica Jean Louis Matinier

presentato da Quartier Libre Productions

pianoforti Angelo Fabbrini
regolazione luci E.T.C. Italia www.etcconnect.com


Ancora una volta
In piedi nell’oscurità
Le mani gelide giunte
Ascoltare il sipario che si alza
Ancora una volta
Avanzare lentamente nella luce
Incontro a voi
Ancora una volta
Sono con voi! Il tempo si ferma

Ancora una volta
Con le parole di altri
Con le loro melodie
Ancora una volta
Per dirvi fino a che punto io vi ami
E vi sia riconoscente
Per tutto quello che mi avete dato

E poi ancora una volta
Guardare il sipario che si chiude. 

Merci
Juliette Gréco

Icona della Rive Gauche, interprete assoluta delle canzoni di Jacques Brel e dei versi dei più grandi autori francesi da Raymond Queneau, a Jean-Paul Sartre, a Jacques Prévert, la cantante e attrice Juliette Gréco si esibisce in un recital a Spoleto nell’ambito del suo Tour d’adieux alle scene. Incarnazione della libertà, dell’impertinenza, della sensualità più rivoluzionaria, della liberazione femminile e spirituale, Juliette Gréco, nel suo spettacolo, che ha voluto intitolare Merci, rende omaggio in modo gioioso alla "storia d’amore" che intrattiene con il suo pubblico e i suoi fan da oltre 65 anni. Canterà Brel, Gainsbourg, Ferré e tutti quegli artisti che ha amato, che hanno rappresentato i suoi debutti più importanti e la sua ricchezza più grande.


JULIETTE GRÉCO
Nel 1939 è una "petit rat de l’Opera" (giovane studente dell’Opera di Parigi). Sua madre la addestra per unirsi alla Resistenza. Catturata, non viene deportata ai campi di concentramento grazie alla sua giovane età, ma viene imprigionata nella città francese di Fresnes, mentre la madre e la sorella maggiore Charlotte vengono deportati a Ravensbruck da dove torneranno soltanto nel 1945, quando i prigionieri dei campi vengono liberati dagli americani. All’inizio del 1942, Juliette viene liberata da Fresnes, e dopo aver recuperato i propri beni presso il quartier generale della Gestapo al XVI distretto di Parigi, si trova sola e senza risorse, "sul viale più bello del mondo, Avenue Foch" con in mano soltanto un biglietto della metropolitana. Si dirige allora, verso l’abitazione dell’unica persona che conosce nella capitale, Hélène Duc, la sua maestra di francese alla Bergerac e amica della madre. Sa che Hélène vive a Rue Servandoni, accanto alla Chiesa di Saint-Sulpice. Hélène Duc la accoglie e si prende cura di lei allo stesso convitto dove risiede. Il quartiere di Saint-Germain-des-Prés è molto vicino al convitto e nel 1945 e Juliette scopre l’eccitante ascesa intellettuale della rive gauche e la vita politica attraverso "Les Jeunesses communistes" (il giovane partito politico comunista). Hélène Duc la manda a frequentare le classi di arte drammatica del maestro Solange Sicard. Juliette ottiene diversi ruoli a teatro (Victor or Les Enfants au pouvoir nel novembre 1946) e lavora anche ad una trasmissione radio dedicata alla poesia. Inizia a frequentare giovani artisti ed intellettuali di Saint-Germain-des-Prés, quali Anne-Marie Cazalis e Boris Vian. Ed è proprio  in uno dei bistrot di Rue Dauphine, Le Tabou, che scopre per caso una cantina inutilizzata che il proprietario del locale chiamava "il tunnel". Juliette ed i suoi amici trovano lo spazio perfetto per suonare musica e ballare, mentre discutono di filosofia. Ben presto, il gruppo attira l’attenzione di molta gente che vuole far parte di questo  nuovo e sconosciuto trend chiamato "esistenzialismo". Juliette, che diviene la famosa "musa di Saint-Germain-des-Prés" senza aver in realtà realizzato nulla di particolarmente promettente, per giustificare il suo status di celebrità, decide di cantare. Jean-Paul Sartre le affida una sorta di trenodia che aveva scritto per la pièce teatrale Huis Clos da lei stessa interpretata consigliandole di farsi riscrivere la musica da Joseph Kosma perché non gli sembrava soddisfacente. È così che Juliette si trova a cantare La Rue des Blancs-Manteaux, un capolavoro dell’esistenzialismo e di un compositore affascinato dall’arte di mettere in musica la poesia (soprattutto quella di Jacques Prévert). Nel 1949, forte di un ricco repertorio che andava da Jean-Paul Sartre a Boris Vian, Juliette Gréco partecipa alla riapertura del cabaret Le Boeuf sur le toit. In quegli anni conosce Miles Davis di cui si innamora. Nel 1951 vince il premio SACEM per Je hais les dimanche. Nel 1952 va in tour con il varietà April in Paris in Brasile e negli USA. Nel 1954 canta all’Olympia. Incontra il futuro marito, il comico Philippe Lemaire, sul set del film Quand tu liras cette letter di Jean-Pierre Melville. Divorziano nel 1956 dopo la nascita della figlia Laurence-Marie. Ritorna a New York e le sue interpretazioni dei maggiori autori francesi suscitano grande entusiasmo tra gli americani. Hollywood la corteggia. È così che fa conoscenza del potente produttore Darryl Zanuck sul set del film The Sun Also Rises di Henry King (1957). Diventa la sua compagna, a dispetto della loro differenza di età e di temperamento. Lavora in alcune sue produzioni fino al 1961, quali Le radici del cielo (1958) di John Huston e Dramma nello specchio (1960) di Richard Fleischer entrambi con Orson Welles. Nel 1960 ritorna alla musica che non abbandonerà più. Nel frattempo, aveva scoperto e fatto scoprire al mondo nuovi talenti quali Jacaues Brel, Serge Gainsbourg, Guy Béart e Léo Ferré. Nel 1965, è in tournèe con la "Maison des Jeunes de la culture" (Associazioni dei Giovani) delle periferie di Parigi, offrendo concerti gratis per giovani e operai, permettendo loro di conoscere gli autori e compositori con cui aveva lavorato.  Nello stesso anno, ottiene un ruolo da protagonista nella serie Belphégor ou le Fantôme du Louvre. Ancora nel 1965, durante un’importante cena tra celebrity organizzata da una nota rivista, si trova seduta accanto a Michel Piccoli che diverrà suo marito nel 1966. Divorzieranno nel 1977. Dal 16 settembre fino al 23 ottobre 1966, il TNP (Théâtre National Populaire) accoglie due cantanti per la prima volta nel suo grande teatro (2800 posti) al Palais de Chaillot: Juliette Gréco e Georges Brassens. Nel 1968, Juliette inaugura la formula dei concerti delle 18.30 al Théâtre de la Ville di Parigi, dove interpreta una delle sue più celebri canzoni, Déshabillez-moi. Nell’aprile 1969, registra un brano di Didier Rimaud per il suo amico François Rauber, Faudrait aller plus loin aggiunto in seguito all’album Difficile amour di Bernard Geoffroy.

GÉRARD JOUANNEST
Nasce il 2 maggio 1933. Suo nonno è costruttore di pianoforti, il padre è un operaio. Entrambi amano la musica e trasmettono questa passione a Gérard che nel 1946 verrà ammesso al Conservatorio Superiore di Musica di Parigi, dove frequenta il corso di Yvonne Lefébure. Si diploma ottenendo il primo premio per il pianoforte. Dopo la pausa del servizio militare in Marocco, durato 30 mesi, Gérard Jouannest si iscrive al concorso per diventare professore al Conservatorio di Musica di Besançon. Tuttavia, l’improvvisa morte del padre due giorni prima dell’esame, pone fine al suo sogno di diventare concertista. Costretto a provvedere alla sua famiglia, Jouannest inizia a suonare in un’orchestra tzigana in una brasserie situata a Place Blanche, e nel 1957 diventa accompagnatore dei Trois Ménestrels. Nel giro di un anno scopre l’universo della canzone professionale e si esibisce in varie sale di concerti fra cui quella dei Trois Baudets. Sul cabaret parigino si susseguono vari artisti di talento, fra cui la persona che cambierà la vita di Gérard Jouannest: Jacques Brel, all’epoca accompagnato sulla scena da François Rauber, anche lui uscito dal Conservatorio Nazionale della Musica. Gérard Jouannest conosce il duo musicale e resta affascinato dalle loro canzoni e interpretazioni. Fra i tre uomini si stabilisce un forte legame, un’amicizia indissolubile. La fusione del loro talento cambierà il volto della canzone francese. Alla fine del 1958 Brel chiede a Gérard Jouannest di diventare suo accompagnatore sulla scena. Poco a poco però, spinto dallo stesso Brel, Gérard Jouannest diventa anche il suo compositore. Nel 1959 contribuisce a scrivere una delle canzoni più note dell’artista: Ne me quitte pas. Nel corso di 10 anni Gérard Jouannest compone 35 canzoni per e con Jacques Brel. Nutre nei suoi confronti un’amicizia e una fedeltà che resteranno immutate nel tempo, persino dopo la morte di Brel, nel 1978. Nel febbraio 1968, Gérard Jouannest riceve una telefonata da Barbara che gli chiede di accompagnarlo in scena. Un rendez-vous mancato, poiché la cantante annullerà la sua tournée per motivi di salute. Quello stesso giorno François Rauber chiama Gérard Jouannest per proporgli di partire per il Canada con un’altra cantante d’eccezione: Juliette Gréco. Una collaborazione che doveva essere temporanea ma che ancora continua, a distanza di 40 anni. I due si sposano nel 1989. Ed è proprio grazie a Gérard Jouannest, che alcune delle migliori canzoni di Juliette Gréco vedono la luce: Mon fils chante, Vivre, Les années d’autrefois, Un jour d’été, C’était un train de nuit. Partecipa all’album Gibraltar di Abd Al Malik (La Gravité, Il se rêve debout e L’Alchimiste), e in seguito all’album Dante (2008). Gérard Jouannest vanta un repertorio di oltre 260 canzoni e il suo nome è imprescindibile dalla storia della canzone francese. Nel 2007 riceve il premio Sacem della primavera (Premio Lucien et Jean Boyer).

JEAN-LOUIS MATINIER
Il fisarmonicista francese Jean-Louis Matinier è considerato uno dei più avventurosi e rivoluzionari virtuosi del suo strumento. Ha studiato musica classica prima di iniziare improvvisazioni e oggi trascende, senza sforzo alcuno, i confini dei generi stilistici per inventare un idioma musicale assolutamente unico ed individuale che permette all’ascoltatore di dimenticare completamente l’aspetto "folkloristico" legato al suo strumento. È conosciuto e apprezzato a livello mondiale da un vasto pubblico, soprattutto per il suo duo con il bassista Renaud Garcia-Fons, il suo trio con Anouar Brahem, ed il quartetto Tarkovsky con Anja Lechner, Francois Couturier, Jean Marc Larcher. Accompagna regolarmente la leggenda della canzone Juliette Greco.
MUSICA
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
10 LUGLIO 19:00
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11 LUGLIO 15:30
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BIGLIETTI
platea I settore € 35,00
platea II settore € 30,00
palchi platea e I ordine centrali € 28,00
palchi platea e I ordine laterali € 25,00
palchi II e III ordine centrali € 25,00
palchi II e III ordine laterali € 20,00
loggione € 15,00

durata:
1 ora 
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