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EDIZIONE 2014TEATROQUAI OUEST

QUAI OUEST

Approdo di ponente


di Bernard-Marie Koltès
traduzione Saverio Vertone

regia Paolo Magelli
scene Lorenzo Banci
costumi Leo Kulaš
luci Roberto Innocenti
musiche Arturo Annecchino
dramaturg Željka Udovičić

con (in ordine di apparizione)
Valentina Banci, Paolo Graziosi, Francesco Borchi, Francesco Cortopassi, Fabio Mascagni, Elisa Cecilia Langone, Alvia Reale, Mauro Malinverno

nuova produzione
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
in collaborazione con Spoleto57 Festival dei 2Mondi


Mi pare sia stato Walter Benjamin in una discussione a Monaco di Baviera, quando ancora le nubi naziste parevano lontane, a dire ad un gruppo di giovani autori tedeschi e austriaci, in occasione di una riunione per il premio Büchner, che i grandi testi si possono raccontare in due minuti.
Ebbene, Quai Ouest è un grande, graffiante, tragico affresco che annuncia inequivocabilmente la fine della nostra cultura e della nostra civiltà.
Come tutte le grandi opere di critica questo testo fa violenza ai valori morali e politici sui quali è basata la nostra società, mettendo in discussione non solo la sopravvivenza della nostra cultura, ma quella dei nostri popoli. E lo fa in modo tragicomico, analizzandoci con la curiosità che ha il bambino quando scopre per la prima volta il formicaio.
Monique e Koch - una, laica alla permanente rincorsa di se stessa, l’altro, intellettuale cattolico amministratore di beni ecclesiastici che ha perduto insieme al senso del denaro anche la fede - sono due borghesi che si sono persi in una nuova ‘giungla della città’, una giungla situata sulla riva (sinistra?) di un fiume vicino all’approdo di un fantomatico ferry dove resistono magazzini abbandonati attraversati da un’autostrada.
Koch sa bene che questo è il luogo dove regnano i nuovi padroni.
I protagonisti della subcultura suburbana che ormai tutti noi ben conosciamo.
È in questo luogo che lui desidera essere ammazzato.
Nel frattempo una famiglia di immigrati sudamericani, Rodolfe, Cécile, Charles e Claire, un giovane delinquente di belle speranze chiamato Fak, e una misteriosa creatura nera che tutti chiamano Abad, ci insegneranno con comica cattiveria chi siamo, dove stiamo andando e perché la nostra battaglia di sopravvivenza è definitivamente perduta.
Koltès ha il coraggio di mettere sulla carta una struttura shakespeariana, ponendo, proprio come il grande maestro inglese, il monologo al centro della sua drammaturgia.
Il risultato di questo lavoro è incredibile perché l’autore riesce a raggiungere vette di sublime poesia e, tradendo le manie della drammaturgia frammentaria a lui contemporanea e a noi ben nota, dimostra di conoscere la macchina teatrale come pochi altri.
Per lui la forma è solo un mezzo e non un punto d’arrivo, come ci dimostrerà in altre opere, trasformandosi continuamente fino a ‘cambiarsi’ totalmente come, per esempio, in Roberto Zucco, la sua ultima opera.
Paolo Magelli


PAOLO MAGELLI
Paolo Magelli è nato a Prato. Non ancora ventenne entra a far parte del Teatro Studio del teatro Metastasio e ne diventa il regista. Collabora poi con Giorgio Strehler alla stesura del testo sulla famosa riforma del teatro toscano e del teatro italiano, entrambe rimaste inapplicate. Lascia Prato alla metà degli anni ’70. Nel 1974 inizia a Belgrado un lavoro che lo porterà a collaborare con tutti i grandi centri della ex Jugoslavia guadagnandosi numerosissimi premi.
Lavora per il Théâtre de l’Est parisien (oggi Théâtre national de la Colline) e inizia una collaborazione con il teatro francese che è ancora oggi attiva. Gli spettacoli di Magelli cominciano a girare l’Europa. Nel 1985 lascia Belgrado e si trasferisce a Zagabria, dove diviene direttore artistico del Teatro ZKM. Nel 1989 è invitato a collaborare stabilmente come regista a Wuppertal, al teatro Wuppertaler Bühnen di Pina Bausch, dove rimarrà fino al 1995 realizzandovi una dozzina di spettacoli. L’inizio della guerra lo sorprende a Zagabria mentre lavora a Fede, speranza, carità di Horváth, che sarà rappresentato a mezzogiorno a causa dell’oscuramento. Ben presto entra in conflitto con il regime di Tudjman e viene escluso dalla vita teatrale croata. Nel 1995 (dopo tre anni d’interdizione) decide di mettere di nuovo in scena a Zagabria, finanziandolo autonomamente, Il giardino dei ciliegi, nel foyer semidistrutto del teatro Gavella. I suoi spettacoli riprendono a girare l’Europa e il mondo. Vince con Tre sorelle di nuovo il gran premio al Festival di Sarajevo, il primo dopo la guerra. Nel 2000 lavora in occasione dell’anniversario delle Crociate con il Teatro Nazionale Palestinese di Ramallah e con quelli israeliani di Tel Aviv, Akko e Haifa. Sarà l’ultimo incontro fra attori palestinesi e israeliani. Lo segue nel progetto Goran Bregović con tutta la sua orchestra. Nel 2003 si trasferisce da Vienna a Dresda, dove lavorerà stabilmente fino al 2009 allo Staatschauspiel. Nel 2005 il Teatro Metastasio lo invita con un suo vecchio spettacolo di Zagabria, Un mese in campagna, e per la prima volta rientra a Prato dove nasce un progetto denominato "Cantiere disperazione". Nel 2010 diventa direttore del Teatro Metastasio Stabile della Toscana. Continua a collaborare come regista con teatri in Serbia, Croazia e Germania. Paolo Magelli ha messo in scena più di 140 spettacoli in vari teatri del mondo.

LORENZO BANCI
Lorenzo Banci è nato a Prato nel 1974. È del 1994 la sua prima esposizione di pittura, mentre nel 1999 partecipa, con un’installazione ambientale, al Master d’arte ambientale Mercedes-Benz a Montefiridolfi. Nel 2000 fa la sua prima esperienza come scenografo per un progetto del Teatro Metastasio Stabile della Toscana e dal 2007 lavora a diverse produzioni teatrali nei paesi della ex Jugoslavia, in Ungheria, in sud America e in Italia. Tra le sue principali e più recenti realizzazioni come scenografo: Giochi di famiglia di Biljana Srbljanovic, Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov, I fratelli Karamazov di Fëdor Michailovič Dostoevskij, Isola di Tommaso Santi, Hotel Belvedere di Ödön von Horváth, Na Dnu di Maksim Gorki. Tra le principali esposizioni: "Italian Genius Now" - prodotta dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Hanoi, Singapore, New Delhi, Roma, 2007-2009; "Gerhard Richter e la dissolvenza dell’immagine nell’arte contemporanea" CCCS, Palazzo Strozzi, Firenze, 2010; Biennale di Monza 2011; 54a Biennale di Venezia, padiglione Toscana, Centre for Contemporary Art Luigi Pecci, Prato, 2011.

LEO KULAŠ
Il costumista sloveno Leo Kulaš nasce in Croazia. Ancora allievo dell’Accademia di Arti Applicate di Belgrado collabora con il regista Paolo Magelli per l’opera Nabucco al Festival di Spalato del 1983. Realizza costumi per 150 rappresentazioni nei teatri dell’ex Jugoslavia e per numerosi teatri in Germania, Austria e Italia, ottenendo riconoscimenti e importanti premi. Lavora inoltre come costumista nella danza, in Slovenia, Croazia, al Ballet di Zurigo, ad Anversa e a Bucarest, collaborando, fra gli altri, con i coreografi Edward Clug e Irek Mukhamedov. La sua attività si estende nei teatri d’opera di Lubiana, Linz, Maribor, Hannover e Sofia. Lavora inoltre a una decina di film sloveni e ad alcune produzioni TV. In Slovenia viene insignito del Preseren, il massimo premio nell’ambito della cultura. Ha collaborato con importanti registi quali Tomaz Pandur, Eduard Miller, Roberto Ciulli, Ernst M. Binder, Matthias Davis, François M-Pesanti, Diego de Brea, Janusz Kica, Plamen Kartaloff. Da anni lavora per il Theater an der Ruhr, il Thalia Theater di Amburgo, lo Staatsschauspiel di Dresda e il Teatro Metastasio Stabile della Toscana di Prato, per il quale ha realizzato i costumi di Animali nella nebbia, Giochi di famiglia, Il giardino dei ciliegi e Hotel Belvedere.

ROBERTO INNOCENTI
Nato a Prato nel 1954, nel 1972 inizia la sua attività come tecnico teatrale di giro con il Gruppo della Rocca. Nel 1976 rientra a Prato dove partecipa al Laboratorio di Ronconi in spettacoli quali La vita è sogno di Calderòn de La Barca, La torre di Hugo von Hofmannsthal e Baccanti di Euripide. Successivamente lavora come tecnico presso il Teatro Metastasio e si specializza nella progettazione delle luci. Dal 1989 lavora come light designer firmando le luci per circa ottanta spettacoli prodotti dal teatro Metastasio, e non solo, collaborando con registi quali Carlo Lizzani, Federico Tiezzi, Massimo Castri, Pier’alli, Stefano Massini, Paolo Magelli, Marco Baliani e molti altri. Dal 2011 assume la direzione tecnica e degli allestimenti del Teatro Metastasio Stabile della Toscana.

ARTURO ANNECCHINO
Originario del Cilento, Arturo Annecchino ha collaborato con autorevoli registi e artisti della scena teatrale italiana e internazionale. Da diversi anni partner artistico di un genio della regia come Peter Stein, ha composto le musiche per gli spettacoli del maestro tedesco così come per Alfredo Arias, Susan Sontag, Massimo Castri, Deborah Warner, Valerio Binasco, Luigi Squarzina, Janusz Kica, Giuseppe Patroni Griffi, Jean Claude Berutti, Renè de Ceccatty, Attilio Corsini, Lindsay Kemp, Sosta Palmizi, Glauco Mauri, Giorgio Ferrara, Paolo Magelli, Walter Pagliaro, Giancarlo Sepe, Luca Zingaretti, Massimo Chiesa e molti ancora. Autore di opere radiofoniche pluripremiate, ideatore di performance originali dall’elevato impatto emozionale, dedito a inesauribili sperimentazioni e ricerche, con gli album Midnight Piano (Storie di Note, 2007), Midnight Piano 2 (Storie di Note, 2009) e Midpiano 3 (Storie di note 2012), diviene interprete della propria musica, sondando le infinite possibilità della musica "pura" affidata ai timbri del pianoforte solo. In Midpiano 3 Arturo Annecchino affianca al suo strumento voci, virtuosi di vari strumenti, un’orchestra sinfonica ungherese e, addirittura, un gruppo rock. In questi ultimi tre anni il suo talento ha trovato spazio anche nel grande cinema d’autore con la realizzazione delle musiche degli ultimi film di Sergio Castellitto.

ŽELJKA UDOVIČIČ
Nata a Zagabria, si laurea in Legge all’Università della sua città e in Drammaturgia all’Accademia di Arti Sceniche. Come drammaturga firma più di cento spettacoli in Croazia, Germania, Slovenia, Serbia, Ungheria, Venezuela, Colombia, Macedonia, Francia, Italia. È anche autore e adattatore di numerosi testi come America di Kafka, I tre moschettieri di Dumas, molti dei quali sono rappresentati in tutta Europa. La sua traduzione di Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare è un grande successo in tutta la ex Jugoslavia. Collabora in sceneggiature per il cinema e ha scritto alcuni radiodrammi. Ha organizzato e preso parte a numerosi seminari e laboratori teatrali internazionali in Colombia, Venezuela, Germania e Italia. Nel 1993 ha fondato il Teatro Garage, un teatro di opposizione alla guerra che continua la sua attività fino al 1997. Fra gli spettacoli realizzati al Garage, il grande successo de Il giardino dei ciliegi con la regia di Paolo Magelli, premiato in molti festival europei. È stata direttore artistico del Teatro Gavella. Dal 2002 al 2004 è Viceministro alla Cultura della Repubblica Croata e dal 2005 al 2010 Viceministro alla Cultura e Istruzione della città di Zagabria. Attualmente è direttore artistico della Zagreb film. È stata insignita di numerosi riconoscimenti e premi. Collabora con Paolo Magelli da più di 25 anni.

PAOLO GRAZIOSI
Frequenta il corso di recitazione del Centro Sperimentale di Cinematografia nei primi anni sessanta, sotto il prezioso insegnamento di Andrea Camilleri e Orazio Costa Giovangigli. Primo ruolo importante: Mercuzio in Romeo e Giulietta, regia Franco Zeffirelli. È Ruzante ne L’Anconitana e Bilora, regia Gianfranco De Bosio. Partecipa con ruolo da protagonista al film di Marco Bellocchio La Cina è vicina. Lavora a lungo con Carlo Cecchi, partecipando a Il compleanno e Il ritorno a casa di Pinter, nel ruolo di Max. Al teatro Argentina è Coriolano di Shakespeare, regia Franco Enriquez, e il Cavaliere di Ripafratta nella Locandiera con Valeria Moriconi e Glauco Mauri. È Dioniso a Siracusa nelle Baccanti dirette da Walter Pagliaro e con lo stesso, a Torino, è Apemanto in Timone di Atene. È Giasone nella Medea di Mario Missiroli.
Negli anni novanta comincia a lavorare con Peter Stein nel Tito Andronico, nel ruolo di Aaron e poi Creonte a Siracusa-Epidauro, con Maddalena Crippa.
È il Padre nei Sei Personaggi per la regia di Carlo Cecchi, Filippo nella Trilogia della villeggiatura per la regia di Toni Servillo e nel 2013, nell’ambito del Festival di Spoleto, è di nuovo Max ne Il ritorno a casa diretto da Stein.
È Giove nelle Operette Morali, regia di Mario Martone e Edipo in Edipo in compagnia di Alberto Bassetti. Suo cavallo di battaglia: Primo amore di Samuel Beckett.

VALENTINA BANCI
Valentina Banci si diploma alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassman nel 1993. Per il teatro collabora come attrice con Paolo Giuranna, Nanni Garella, Leo de Berardinis, Giancarlo Cobelli, Alvaro Piccardi, Daniele Griggio, Alberto Di Stasio, Giorgio Albertazzi, Massimo Luconi, Angelo Savelli, Gianluigi Pieralli, Carlos Martin, José Sanchis Sinisterra, Paolo Magelli, Jon Andreas Tombre, Simon Boberg.
Nel 2007 fonda, con un gruppo di autori, attori e scenografi toscani, la compagnia teatrale Kulturificio n.7. Ne cura le regie dei quattro spettacoli (fiasco!!!, Stracci, Quando la montagna, L’uomo più forte del mondo, scritti da Tommaso Santi), dei quali è anche interprete. Per la televisione prende parte a serie televisive di grande popolarità, sia per le reti Rai che Mediaset. Dal 2010 entra a far parte della Compagnia Stabile del Teatro Metastasio Stabile della Toscana prendendo parte alle seguenti produzioni: Giochi di famiglia di Biljana Srbljanovic, regia Paolo Magelli; La cantarice calva di Eugène Ionesco, regia Massimo Castri; Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov, regia Paolo Magelli; I fratelli Karamazov da Fëdor Dostoevskij, regia Guido de Monticelli; Isola di Tommaso Santi e Hotel Belvedere di Ödön von Horváth, regia Paolo Magelli.

MAURO MALINVERNO
Mauro Malinverno si diploma nel 1986 presso la civica scuola d’arte drammatica "Piccolo Teatro di Milano"; riceve il premio nazionale "La chiave d’oro" al Festival del Teatro Taormina Arte come miglior giovane allievo attore distintosi per la sua interpretazione in Girotondo di Arthur Schnitzler, regia Massimo Castri. Dal 1986 al 2001 lavora con Massimo Castri in numerosi spettacoli di successo e riceve nel 1995 il premio Agis della critica nazionale "Biglietto d’Oro" in 2 spettacoli di produzione del Teatro Metastasio: Oreste e Trilogia della villeggiatura. Lavora anche con Luca Ronconi, Andrée Ruth Shammah, Cristina Pezzoli, Gigi Dall’Aglio, Arpad Schilling, Nanni Garella e numerosi altri registi. Nel 2005 lavora con Paolo Magelli in Animali nella nebbia. Subito dopo lavora con Stefano Massini in L’odore assordante del bianco, testo e regia Stefano Massini, nella parte di Van Gogh. Dal 2010 fa parte della Compagnia Stabile del Teatro Metastasio di Prato e partecipa a La cantatrice calva, per la regia di Massimo Castri, I fratelli Karamazov, regia Guido De Monticelli, e a tutte le produzione dirette da Paolo Magelli: Giochi di famiglia, Il giardino dei ciliegi, Isola e Hotel Belvedere.

FRANCESCO BORCHI
Laureato in lettere con il massimo dei voti, lavora in teatro, cinema e televisione. In teatro è stato diretto da Paolo Magelli, Giancarlo Cobelli, Massimo Castri, Marco Plini, Nikolaj Karpov, Loredana Scaramella, Guido De Monticelli, Giampiero Cicciò, Josè Sanchis Sinisterra, Carlos Martin, Angelo Savelli, Pupetto Castellaneta, Mamadou Dioume e altri ancora. Per il cinema ha lavorato con Goran Vojnovic, Gianni Lepre, Antonello Grimaldi, Alfredo Peyretti, Rossella Izzo, Gianfranco Albano, Fabio Lombardelli, Giancarlo Torre, Elisabetta Marchetti, Riccardo Mosca, Monica Vullo, e altri ancora. Francesco è tra i fondatori del Kulturificio n. 7, insieme a un gruppo di attori, registi e artisti di vario genere; attualmente fa parte della Compagnia Stabile del Teatro Metastasio.

FABIO MASCAGNI
Fabio Mascagni è nato a Prato nel 1976. Diplomatosi nel 1999 presso il Laboratorio Nove diretto da Barbara Nativi a Firenze, ha proseguito la sua formazione d’attore partecipando ad un corso CEE sulla Drammaturgia Contemporanea Internazionale diretto tra gli altri da Martin Crimp, Xavier Durringer, Patrice Bigel. Nel 2003 vive e lavora a Berlino, dove con artisti provenienti da varie nazioni Europee lavora ad un progetto sul Decamerone diretto da Ingo Kerkoff. Prende parte a seminari diretti da Giancarlo Cobelli, Valerio Binasco, Marcello Bartoli, Serena Sinigaglia.
Ha lavorato, tra gli altri, con Paolo Magelli, Lina Wertmuller, Cristina Pezzoli, Angelo Savelli, Federico Tiezzi, Stefano Massini, David Ferry, Giancarlo Cauteruccio, Patrick Kermann, Maurizio Panici, Luciano Melchionna, Guido De Monticelli e Massimo Castri. Lavora in cinema e tv con Mario Martone, Salvatore Samperi e Antonello Grimaldi.

ELISA CECILIA LANGONE
Elisa Cecilia Langone nasce a Pisa. Si diploma nel 2008 presso la "Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi" di Milano, lavorando con grandi artisti, tra cui Kuniaki Ida, Tatiana Olear, Massimo Navone, Maurizio Schmidt, Maria Conagra, Ambra D’Amico e Marco Plini, dal quale verrà diretta nello spettacolo Il lutto si addice ad Elettra (2008) di Eugene O’Neill, nel ruolo di Elettra, e in Benvenuti in California (2009) di Francesca Angeli per il Teatro Sociale di Brescia, nel ruolo di Imma. Dal 1997 al 2001 frequenta il corso "Fare Teatro" presso il Teatro Verdi di Pisa lavorando con Lorenzo Mucci, Luca Biagiotti e Cristina Lazzari. Dal 28 ottobre al 13 dicembre 2008 partecipa a "Il laboratorio di Prato" diretto da Federico Tiezzi presso il Teatro Metastasio di Prato. Nel ruolo di Filippo prende parte allo spettacolo Happy Family di Alessandro Genovesi presso il Teatro dell’Elfo di Milano (2007), in tournée poi nel 2009 e nel 2010. Dal 2010 fa parte della Compagnia Stabile del Teatro Metastasio, e parallelamente all’intensa attività teatrale, affianca apparizioni in fiction e spot ed altri progetti audiovisivi.

ALVIA REALE
Nata a Roma, si è diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico.
Diretta da Luca Ronconi, ha recitato in Strano interludio di O’Neill, Gli ultimi giorni dell’umanità di Kraus, L’uomo difficile di von Hoffmannsthal, La pazza di Chaillot di Giraudoux, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda (per il quale vince il Premio Eleonora Duse 1996), Amor nello specchio di Andreini, Le rane di Aristofane, Le Baccanti di Euripide, fino al recente Il panico di Spregelburd. È stata diretta da Massimo Castri in Gl’innamorati di Goldoni, da Cesare Lievi in Donna Rosita Nubile di Garcia Lorca, da Roberto De Simone in Agamennone di Eschilo, da Nekrosius in Ivanov di Cechov. Con Antonio Calenda ha recitato ne La tana, in Rosanero e in Amleto. Ha interpretato Tutto su mia madre di Almodovar diretta da Leo Muscato. Recentemente ha recitato ne Il giuoco delle parti di Pirandello con la regia di Roberto Valerio. Tra gli altri riconoscimenti ha vinto La Maschera d’oro al Premio IDI, Il Biglietto d’Oro agis-BNL, il Premio ETI - Gli Olimpici del Teatro (2007). In radio ha interpretato Anna Christie di O’Neill diretta da Gianni Amelio.

FRANCESCO CORTOPASSI
Nato nell’82 a Firenze, viene dato in adozione ancora piccolissimo e cresce in una famiglia multirazziale e multiculturale, con due genitori che avranno un’influenza importante su di lui, assecondando e nutrendo le sue prime curiosità artistiche. Dopo gli studi superiori, a diciannove anni, partecipa ad un provino per la compagnia di Graziella Pezzani e Giuliano Basilicò e per un anno lavora allo sviluppo di un Edipo re in chiave sperimentale. Successivamente viene chiamato da Paolo Magelli per lavorare ad Animali nella Nebbia, spettacolo col quale conosce la vita girovaga della tournée. Nello stesso anno lavora a Hit Science, programma per bambini prodotto da Raitre. Lavora in diversi programmi musicali sul web mentre la sua attività teatrale si divide tra Napoli, dove lavora con Nello Mascia, Armando Pugliese ed altri registi della tradizione campana, e la Toscana. Importante per la sua crescita artistica è l’incontro con il regista teatrale, drammaturgo e musicista Franco Rossi, per il quale diventa un attore feticcio e con il quale svilupperà molteplici progetti, tra spettacoli di prosa ed installazioni teatrali. Nel 2011 mette in scena la sua prima regia, Il sax di Dio, su testo di Stefano Benni. Il suo approccio alla recitazione è del tutto istintivo.
TEATRO
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
11 LUGLIO 18:00
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12 LUGLIO 15:00
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13 LUGLIO 15:00
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BIGLIETTI
biglietti:
platea I settore € 35,00
platea II settore € 30,00
palchi platea e I ordine centrali € 28,00
palchi platea e I ordine laterali € 25,00
palchi II e III ordine centrali € 25,00
palchi II e III ordine laterali € 20,00
loggione € 15,00
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